Nel corso di secoli di miseria, le classi subalterne venete hanno dovuto imparare ad arrangiarsi in ogni evenienza della vita.
Quando c'era da riparare la casa fatiscente o la si doveva ingrandire perchè la famiglia cresceva, non si costumava chiamare un'impresa esterna, ma si provvedeva direttamente in economia, magari con l'aiuto di qualche amico. Ma non occorre andare molto indietro nel tempo: i meno giovani sanno bene che la maggior parte delle modeste casette unifamiliari sorte ai lati delle nostre strade negli anni cinquanta e sessanta furono costruite direttamente dai proprietari, lavorando di domenica o durante le ferie estive.
"Impara l'arte e mettila da parte": giunti all'estero, parecchi emigrati hanno saputo mettere a frutto le loro competenze in campo edilizio, facendo i muratori. E questo capitò in Brasile come in Germania, in Francia come in Australia. Si iniziava magari come semplici operai per poi mettere su una piccola impresa in proprio che, in qualche caso, cresceva fino a dimensioni tali da consentire di ottenere l'assegnazione di importanti appalti per opere pubbliche.