Terra veneta, terra di emigranti
Quante volte questo accostamento ha fatto parte di un parlare
comune e di una simbologia altrettanto comune. Lo stereotipo entrato
nella memoria collettiva, ci racconta come molti nostri cittadini
veneti, con la valigia di cartone contenente piccole e misere cose, ma
con il cuore pieno di speranza e la mente piena di sogni, abbiano
varcato i mari o più semplicemente le Alpi in cerca di migliore fortuna,
quella fortuna che non poteva loro arridere nella terra d'origine per
la condizione di minorità sociale ed economica cui era allora condannato
il mondo rurale. Vi è senz'altro molta verità in questa immagine e, del
resto, eminenti studiosi ci hanno spiegato il fenomeno, sviscerandone
gli aspetti sociali, culturali ed economici, evidenziando come l'epopea
della migrazione abbia segnato un significativo momento nel percorso di
emancipazione della popolazione rurale veneta.
Però, è da aggiungere che gli emigranti, spesso partiti
all'avventura conoscendo poco o nulla delle destinazioni, hanno portato
con sè quel patrimonio di valori e di disposizioni morali, formatisi
proprio nell'ambito della civiltà contadina veneta, troppo spesso
riduttivamente definita come "subalterna", che hanno consentito loro di
divenire risorsa umana preziosa per i paesi che li hanno accolti. Valori
e disposizioni morali che stanno alla base anche della straordinaria
ripresa economica conosciuta dal Veneto nella seconda metà del Novecento
e che ancor oggi contraddistinguono la nostra gente. Del resto, a tale
ripresa, gli emigranti hanno contribuito non poco.
Ben venga, quindi, questa importante mostra fotografica,
predisposta dal Foto Archivio Storico della Provincia di Treviso, che
nel rinnovare il ricordo della straordinaria avventura umana dei nostri
emigranti dà anche l'abbrivio ad una importante campagna mirata alla
costituzione e all'accrescimento di un fondo fotografico dedicato a
questo tema per impedire che vada disperso quel patrimonio di immagini
che testimoniano delle sofferenze, dei sacrifici, ma anche del riscatto e
dei successi di chi è partito per altre terre in momenti meno felici
per il Veneto.
L'evento rientra nell'ampio scenario della collaborazione tra
Regione Veneto, Provincia e Comune di Treviso, che ha trovato il suo
naturale sbocco in un innovativo accordo di programma recentemente
sottoscritto. L'augurio che qui si ritiene di dover fare è che quanto
proposto sia di utile conoscenza per le generazioni attuali e aiuti loro
e noi tutti a comprendere con maggior profondità la nostra Storia per
poter meglio interpretare il presente e costruire il futuro.
Luca Zaia,
Presidente della Provincia di Treviso
Giancarlo Gentilini,
Sindaco del Comune di Treviso
Ermanno Serrajotto,
Assessore alla Cultura della Regione Veneto
Marzio Favero,
Assessore alla Cultura della Provincia di Treviso
Michele Chiole,
Assessore alla Cultura del Comune di Treviso
NOTA INTRODUTTIVA a cura di ISTRESCO
Questa mostra storico-fotografica non è nata dall'intenzione di
raccontare ancora una volta cosa sia stata l'emigrazione trevigiana e
veneta nel mondo e non si propone neppure di dire cose nuove o di
arricchire la serie dei punti di vista che si possono enumerare. Non
vuole essere nemmeno un evento celebrativo e non risponde, di certo,
alle suggestioni di una moda del momento.
Quello che proponiamo è un percorso teso a verificare quali
rappresentazioni del fenomeno dell'emigrazione si sono sedimentate nel
tempo. Al visitatore si offrono non uno ma numerosi fili, invitandolo ad
essere autore di nuove trame e ad addentrarsi nei molteplici percorsi
delle storie dell'emigrazione. Storie al plurale, perchè l'esodo,
temporaneo o definitivo, di oltre tre milioni di veneti è storia locale
del percorso di una regione dall'arretratezza allo sviluppo, ma anche
storia di un'economia e di un mercato del lavoro che da oltre un secolo
parlano il linguaggio della globalizzazione. Storia di tutti coloro che
sono partiti, ma anche di quelli che sono rimasti; di chi ha trovato
fortuna, ma anche di chi è tornato indietro; storia del successo delle
comunità venete nel mondo, ma anche di integrazioni più difficili e
faticose.
Queste ed altre trame ancora fanno da ordito alle immagini e ai
testi della mostra, che è anche un invito a scandagliare i meccanismi
della memoria. Non solo quella dei protagonisti, affidata alle
testimonianze e ai ricordi plasmati dal tempo, ma soprattutto la memoria
rimossa di un evento che non appartiene alla nostra coscienza civile e
non compare, se non marginalmente, nei testi di scuola.
E tutto questo non solo nella prospettiva di un debito da
saldare con il passato, quanto nella consapevolezza che il presente,
carico delle tensioni che si vivono in ogni terra di immigrazione, ha
bisogno di strumenti e di un metodo per essere affrontato.
REFERENZE FOTOGRAFICHE
FAST Foto Archivio Storico Trevigiano; ADREV - Venezia; Archivio
J. F. Da Silva - Blumenau; Associazione Trevisani nel Mondo di Treviso;
Associazione LA VALIGIA di Romano d'Ezzelino (VI); Nelma Baldin
dell'Università di Santa Catarina (Brasile); Biblioteca Comunale di
Treviso; Biblioteca Comunale di Vittorio Veneto; Marco Bruzzo/D-Day
(PD); Secondo Camilotto di Rogno (BG); Centro culturale Astori di
Mogliano Veneto (TV); Ceschin Dina di San Pietro di Feletto (TV); Comune
di Volpago del Montello (TV); Onorio Daminato di Morgano (TV); Corrado
Da Roit di La Valle Agordina (BL); Gruppo Fotoclub di Fanzolo di
Vedelago (TV); Istituto Costante Gris di Mogliano Veneto; Carmela
Maltone dell'Università di Bordeaux (Francia); Pro Loco di Vedelago
(TV); Roberto Redigolo di Levada di Ponte di Piave (TV); Luigino
Scroccaro di Marcon (VE); Franco Tanel/D-Day (PD).
Foto da libri:
40 anni italiani a Beil-Bienne, Missione Cattolica Italiana,
Litostampa, BG 1988; Paola Corti, L'Emigrazione, Editori Riuniti, Roma
1999; Piero Brunello, Pionieri, Gli italiani in Brasile e il mito della
frontiera, Donzelli Editrice, Roma 1994; Fernando J. Devoto, Gianfranco
Rosoli, a cura di, L'Italia nella società argentina, Centro Studi
Emigrazione, Roma 1988; Deliso Villa, Storia dimenticata, Edizione a
cura dell'Ente Vicentini nel Mondo, Vicenza; Renzo M. Rosselli, Vincere o
morire, contadini trentini (veneti e lombardi) nelle foreste
brasiliane, Ed. a cura della Provincia Autonoma di Trento, 1986;
A.A.V.V., Sapere la strada. Percorsi e mestieri dei biellesi nel mondo,
Edizione Electa, Banca Sella, Milano 1986; La via delle Americhe.
L'emigrazione ligure tra eventi e racconto. Catalogo della mostra.
Genova Settembre-dicembre 1989. Fondazione Regionale Cristoforo Colombo,
Centro ligure di Storia sociale, Sagep Editrice, Genova 1989; Livio
Vanzetto, I ricchi e i pellagrosi, Francisci Editore, Padova 1985; Per
terre assai lontane, 1492-1992, a cura di Enzo Andriolo, Centro di
Documentazione Polesano (RO); Emilio Franzina, Gli italiani al nuovo
mondo, emigrazione italiana in America 1492-1942, Edizione Mondadori,
Milano 1995; Storia d'Italia. Le regioni dall'unità ad oggi. Il Veneto.
Edizione G. Einaudi, Torino 1984; Corrado Da Roit, Lavallesi nel Rio
Grande. Coloni veneti in Brasile a fine '800, con la cronaca di viaggio
di Giuseppe Dall'Acqua, Tip. Beato Bernardino, Feltre 1999; Scrivere per
non dimenticare. L'emigrazione di fine '800 in Brasile nelle lettere
della famiglia Rech Checonet, a cura di Marco e Tamara Rech, Quaderno
13, Editrice Libreria Pillotto, Feltre 1996; I veneti in Brasile nel
centenario dell'emigrazione (1876-1976), a cura di M. Sabbadini e E.
Franzina, Edizione dell'Accademia Olimpica, Vicenza 1977.
In apertura: L'addio e la partenza sulla nave 'Australia', Genova 1956, FAST