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LA SCUOLA
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Scuola pubblica "Caipora". Caxias do Sul, 1906. Biblioteca Comunale di Vittorio Veneto.
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Scuola italiana di Rio Pio, nella colonia di "Nova Veneza", trasformatasi oggi in "Nova Treviso". Nova Veneza (Santa Catarina do Sul), 1914. Nelma Baldin.
Per i figli degli emigranti, la scuola pubblica poteva rappresentare una prima occasione favorevole all'integrazione umana e sociale nel paese di arrivo; con il rischio però che finissero per essere cancellate la cultura e le tradizioni del loro paese di provenienza. Non appare quindi casuale che lingua, consuetudini e codici interpretativi tipici del Veneto rurale di inizio secolo si ritrovino oggi soprattutto là dove i nostri emigrati hanno potuto istituire scuole italiane. E' questo il caso del Brasile dove, accanto a quelle pubbliche, esistevano scuole finanziate e gestite soprattutto dalle istituzioni ecclesiastiche, con maestri e professori italiani. Fu in particolare nella regione del Rio Grande do Sul che si diffuse e si consolidò, come vera e propria lingua insegnata, la parlata veneta. Il fatto che "el Talian" sia ancor oggi codice di comunicazione fruito anche da chi non ha origini venete, testimonia quanto la cultura dei nostri emigrati abbia permeato di sè questo angolo di "nuovo mondo". Anche in altri contesti emigratori l'organizzazione di scuole italiane fu sentita come condizione irrinunciabile per il mantenimento di un'identità culturale che si voleva conservare e tramandare. In Svizzera, ad esempio, numerose scuole materne ed elementari per i figli degli italiani vennero sostenute dalle Missioni cattoliche.
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