La positiva conclusione del viaggio e il superamento della quarantena non significavano per l'emigrante della prima ondata un'immediata occupazione, conforme alle attese suscitate dalle promesse dei reclutatori. I lotti di terreno assegnati, nella pampa argentina o nella foresta brasiliana, imponevano ulteriori lunghi trasferimenti con bagagli, arnesi e sementi ammassati sui carri che procedevano in lunghe file, assieme al bestiame.
Come pionieri, tra presenze invisibili e ostili, i coloni risalivano fiumi e aprivano sentieri, insediandosi appena oltre il confine dell'ignoto. E quello non poteva più essere il territorio degli indios, subito vissuti come crudeli e sanguinari oppositori del sogno di possedere la terra assegnata. Il loro sterminio da parte degli eserciti statali (Argentina), o ad opera di bande di cacciatori assoldati (Brasile), diventa parte di un'epopea che dà nuova identità al mite e remissivo contadino veneto.