Nel corso dell'Ottocento, le classi dirigenti latino-americane si posero l'obiettivo di colonizzare gli sterminati territori liberi dei loro paesi ricorrendo a manodopera europea attirata dall'offerta di consistenti lotti di terreno incolto a bassissimo prezzo. Il bisogno di braccia si accrebbe ulteriormente intorno agli anni ottanta quando, in Brasile e in Argentina, venne abolita la schiavitù e i ceti proprietari locali si trovarono di fronte al problema di reperire nuovi lavoratori a basso costo.
In tale contesto, i governi sudamericani promossero, specie nei paesi latinoeuropei e in particolare nel Veneto, intense campagne di incentivazione dell'immigrazione, con l'aiuto delle compagnie di navigazione interessate ad ampliare le loro attività.
Improvvisati agenti di emigrazione, reclutati anche nei più sperduti paesi rurali, diffondevano allettanti materiali di propaganda e raccoglievano le iscrizioni per il viaggio, fornendo così ai contadini l'occasione tanto attesa di partire in cerca di fortuna.